Luigi Merletti

E’ il 17 luglio 1971.

Davanti al notaio Ventura di Varese, un giovane studente universitario, il ventiquattrenne Luigi Merletti pone la sua firma sull’atto di costituzione della nuova Associazione di Arsago Seprio.

Prende vita la Pro Loco quando ancora, nei paesini della provincia varesotta, tale ente era per lo più sconosciuto.

Insieme a Merletti, che ne diventerà il primo Presidente, sono presenti Corrado Cavion, classe 1936, Franco Giannoni, classe 1925 e Marino Tognella, classe 1937.

L’idea di costituire la Pro Loco nasce durante le chiacchierate tra amici, seduti ai tavolini del Bar Mario, all’inizio del viale Vanoni che conduce all’edificio scolastico.

In quel periodo si è da poco insediata la nuova Amministrazione Comunale guidata dal neo eletto sindaco Carabelli che, tra i membri del suo staff, vede Carlo Gionchetta.

É proprio quest’ultimo che sente il dovere di perseguire l’idea avuta qualche tempo prima da Silvio Pozzi nel testo “Uomini e cose d’Insubria”, cioè quella di costituire un’associazione di volontari che fosse in grado di salvaguardare il patrimonio storico e culturale di Arsago e, al contempo, si facesse carico della relativa divulgazione.

Carlo Gionchetta è assiduo frequentatore del Bar Mario e inizia una vera e propria campagna di convincimento con Luigi Merletti affinché assumesse l’incarico di presiedere la nuova associazione.

Merletti, dal canto suo, vanta una conoscenza importante: quella con Carlo Mastorgio, sovrintendente agli Studi Patri di Gallarate.

Mentre Carlo Gionchetta inizia il coordinamento del Comitato Promotore per la costituzione della Pro Loco, Merletti inizia una fitta collaborazione con Mastorgio e Mariuccia Vanoni, coordinatrice delle scuole elementari di Arsago.

In quel tempo, iniziano i lavori di ampliamento dell’edificio scolastico e, durante gli scavi, vengono alla luce diversi reperti di grandioso interesse storico sia grazie all’interesse di Pro Loco, sia grazie all’abilità di Carlo Mastorgio di reperire personale volontario che fino a quel momento si era dedicato al saccheggio delle tombe (i cosìddetti “tombaroli”) convertendolo in archeologi a tutti gli effetti.

Quando, durante gli scavi, si iniziano a riconoscere i reperti longobardi, Carlo Mastorgio corre ad Arsago e, insieme alla collaborazione di Luigi Merletti e della Pro Loco, ottiene il permesso per condurre importanti ricerche archeologiche che, nel giro di non molto,  fanno emergere dalla terra la famosa croce d’oro dei Longobardi la quale, con grande malumore da parte degli arsaghesi, viene trasferita al Museo degli Studi Patri di Gallarate non essendoci in Arsago un edificio adatto alla sua custodia.

Nel 1972, durante gli scavi per la realizzazione di un complesso residenziale, la ruspa di Gianluigi Bruschetti si imbatte in alcuni frammenti riconducibili all’età romanica.

Bruschetti contatta immediatamente Luigi Merletti che realizza la possibilità di trovare altri frammenti importanti nell’area adiacente gli scavi.

Vengono portati alla luce numerosi reperti tutt’ora custoditi nel Civico Museo Archeologico di Arsago, ricavato nelle cantine dell’edificio scolastico di viale Vanoni, fortemente voluto da Pro Loco e doveroso impegno dell’Amministrazione Comunale dinnanzi all’eccezionale valore dei reperti rinvenuti.

Contemporaneamente agli scavi archeologici, Merletti e la sua squadra hanno un’intuizione geniale: ad Arsago, in quegli anni, operava un prete di nome don Piero il quale, qualche anno prima, aveva dato vita ad una competizione in oratorio ispirandosi alla divisione del paese in base alle chiese e ai rioni di appartenenza.

Merletti capisce che ha tra le mani una manifestazione con un grande potenziale: estende il format di don Piero a tutto il paese coinvolgendo dapprima i giovani e successivamente anche gli adulti. Nasce il Palio dei Rioni, un evento che racchiude in sé una competizione vissuta da un intero paese e una partecipazione quasi maniacale dei contradaioli, impegnati nel cucire abiti storici, allestire carri allegorici e nei preparativi di questa grande sfida che vede schierati i quattro rioni del paese: dapprima San Rocco, San Vittore, Santa Maria e Sant’Ambrogio e, in un secondo momento, non essendoci un edificio religioso che lo distinguesse, Sant’Ambrogio fu rinominato in “Rione Longobardi” poiché comprende nella sua area, l’edificio scolastico, sede del nuovo Museo di Arsago, nel quale fu ritradotta la Croce d’oro dei Longobardi.

 

Luigi Merletti ricorda che le prime sedute della nuova costituita Associazione, avvenivano nei locali di via Garibaldi, di fronte a quella che sarebbe diventata la Biblioteca Comunale.

A tal riguardo, un’altra soddisfazione che Merletti rivive con orgoglio, è la costituzione della stessa grazie ad un’ingente donazione di volumi di un signore di Milano, contattato da Piotti, collaboratore degli Studi Patri di Gallarate, lo stesso ente di Carlo Mastorgio con i quali la Pro Loco intratteneva proficui rapporti.

 

Luigi Merletti è riuscito a fornire la storia dei primissimi anni della Pro Loco senza nascondere l’orgoglio che vive nei suoi ricordi per essere stato in grado di rendere al nostro paese un impagabile contributo.

Sul finire degli anni 70, dovendosi trasferire per questioni famigliari, lascia la Presidenza dell’Associazione a Marino Tognella: la strada per il successo ormai era stata tracciata e l’Associazione si arricchisce di nuovi membri, nuovi associati, nuove idee e tanta voglia di essere presente nella vita e nella storia di Arsago Seprio.