La gioebia
E’ una festa che si svolge l’ultimo giovedì del mese di gennaio ed è molto diffusa in Italia settentrionale, in particolare in Piemonte e Lombardia.
Ad Arsago, la tradizione dura da molti anni e in ogni occasione viene riproposta secondo l’impostazione canonica della tradizione pagana.
Viene fatta una catasta di fascine, legni, paglia e cartoni sulla cui sommità viene installato un fantoccio con le sembianze di strega, la gioebia appunto.
Abitualmente è il Primo Cittadino a dare vita all’incendio che, pian piano, salendo, avvolge la catasta fino a bruciare e ridurre in cenere la gioebia che, in tale occasione, assume un valore simbolico unico: è infatti la personificazione di tutto ciò che di spregevole, maligno e negativo è capitato durante l’anno solare precedente e il fuoco ha quindi la valenza di purificare le brutture del mondo diventando quindi di buon auspicio per l’anno nuovo appena iniziato.
Tradizionalmente, se il fuoco prende vita subito, si può tirare un sospiro di sollievo poiché il nuovo anno inizia con un buon auspicio.
Contrariamente, se il fuoco stenta a prendere vita, è da considerarsi un cenno di malaugurio.
Usualmente, in quell’occasione, viene servito alla popolazione il tradizionale riso con luganega cotto dai maestri del risotto in grandi pentoloni che possono contenere fino a 350 porzioni.